domenica 3 aprile 2011

Andrew Warhola


Andy was born in 1928 in Pittsburgh as the son of Slovak immigrants. His original name was Andrew Warhola. His father was as a construction worker and died in an accident when Andy was 13 years old.
Andy showed an early talent in drawing and painting. After high school he studied commercial art at the Carnegie Institute of Technology in Pittsburgh. Warhol graduated in 1949 and went to New York where he worked as an illustrator for magazines like Vogue and Harpar's Bazaar and for commercial advertising. He soon became one of New York's most sought of and successful commercial illustrators.
In 1952 Andy Warhol had his first one-man show exhibition at the Hugo Gallery in New York. In 1956 he had an important group exhibition at the renowned Museum of Modern Art.
In the sixties Warhol started painting daily objects of mass production like Campbell Soup cans and Coke bottles. Soon he became a famous figure in the New York art scene. From 1962 on he started making silkscreen prints of famous personalities like Marilyn Monroe or Elizabeth Taylor.
The quintessence of Andy Warhol art was to remove the difference between fine arts and the commercial arts used for magazine illustrations, comic books, record albums or advertising campaigns. Warhol once expressed his philosophy in one poignant sentence.

La masseria delle allodole

La masseria delle allodole è un libro pubblicato nel 2004 ma ambientato nel 1915, in Turchia, durante il genocidio degli armeni.
All’inizio della storia, vediamo come protagonista Sempad, capofamiglia che porta nel cuore il sogno di rivedere il fratello maggiore Yerwant, fuggito in Italia dopo il secondo matrimonio del padre. Però questo desiderio non si realizza con l’entrata in guerra dell’Italia e così Yerwant non può giungere in Turchia con la famiglia. Intanto giunge la voce che i Turchi vogliono sterminare gli armeni e quindi Sempad e la sua ricca famiglia, decidono di rifugiarsi nella loro dimora in campagna: La masseria delle allodole. Un gruppo di soldati, aiutato da Nazim, si accorge però di questo spostamento, e raggiunge la casa. Il gruppo irrompe nella masseria e uccide tutti i maschi, compresi i bambini, tranne il piccolo Nubar, travestito da femmina.
Le donne traumatizzate tornano nella casa in città e con le altre donne armene rimaste sole sono costrette a intraprendere un viaggio terribile, fino ad Aleppo, dove verranno violentate e uccise.Le sopravvissute della famiglia sono Shushanig, le sue figlie e Nubar.
 Nel susseguirsi della storia i protagonisti diventano Ismene e Nazim che, con il contributo del prete Isacco e Zareh, fratello di Sempad, riescono a salvare le donne armene della famiglia a cui sono legati, facendo fuggire dopo un anno i bambini sopravvissuti dallo zio in Italia.
Il libro ha una trama molto forte e intensa che, seppur molto triste, cattura il lettore, lasciandogli una grande malinconia.Si percepisce la speranza dei personaggi che vogliono mettere in salvo i loro amici, facendo molti sacrifici e con continui riferimenti ad Un elemento molto importante della storia: la religione.
La scrittura è paratattica e non molto scorrevole e bisogna fermarsi a rileggere alcune righe, caratterizzate da una lunga serie di nomi orientali, molto simili tra loro. Il corso della storia diventa più veloce quando gli intrecci dei personaggi diminuiscono con il susseguirsi delle morti. Si possono tuttavia individuare anticipazioni di eventi futuri, prolessi.
Il narratore è esterno e onnisciente, poichè il punto di vista  è dell’autrice, nipote di Yerwant
La storia è ambientata nelle vaste terre dell’Anatolia nel periodo della Prima Guerra Mondiale. L'eliminazione sistematica ha inizio nel 1915 con la deportazione verso Aleppo, ma la città verrà raggiunta solo da pochi superstiti: i nomadi curdi, l'ostilità della popolazione turca, gli zaptié e le inumane condizioni a cui sono sottoposti, fanno sì che i deportati periscano in gran numero lungo il cammino, che i prigionieri, lasciati senza cibo né acqua, muoiano a migliaia. Per i pochi sopravvissuti la sorte non sarà migliore: periranno di stenti nel deserto o annegati nei corsi d’acqua.
A mio parere è un libro molto profondo e significativo, che mi ha fatto conoscere la triste realtà del popolo armeno, meno famoso di quello ebreo in modo molto interessante, seppur triste. Lo consiglio sicuramente, soprattutto a chi vuole leggere qualosa che faccia pensare e ricordare gli anni del terrore, nei quali la forza e il coraggio delle donne sono venuti fuori.


Cronaca di una morte annunciata

La storia si svolge in un piccolo paese della costa Colombiana dove, Santiago Nasar, un giovane di buona famiglia araba, ha un tragico destino. Tutto il paese, tranne lui, sa che quella mattina sarebbe stato ucciso dai fratelli Vicario, eppure nessuno ha fatto niente per impedirlo o chi ci ha provato è stato ostacolato dalla terribile fatalità del destino.
Bayardo San Romàn, un uomo elegante e affascinante, che è giunto in paese l’anno precedente, decide di sposare Angela Vicario, figlia di una famiglia di ceto medio. Angela, prima delle nozze, viene accontentata e viziata in ogni suo desiderio, e anche la festa per il matrimonio è un evento in grande stile al quale partecipa pressappoco tutto il paese.
Dopo la festa Bayardo San Romàn porta la sua sposa alla bellissima villa per lei comprata dal vedovo del paese, ma la loro notte d’amore ha breve durata. Infatti, poco dopo, Bayardo si presenta dalla madre di Angela per ripudiare la sua sposa per non aver dimostrato la sua verginità. I fratelli di Angela, allora, attoniti alla notizia, le chiedono chi è stato e lei con voce calma dice un nome che vale come una condanna per il diretto interessato: Santiago Nasar.
A quel punto, i fratelli Vicario, per difendere l’onore della sorella e della famiglia, decidono di uccidere il colpevole del disonore provocato. Non nascondono a nessuno ciò che stanno per fare, anzi diffondono la notizia, forse cercando qualcuno che impedisca loro di commettere l’omicidio. Affilano i loro coltelli, poi attendono nel negozio di Clotilde Armenta l’arrivo di Santiago Nasar, dicendo esplicitamente a tutti che intendono ucciderlo, ma nessuno li prende pienamente sul serio. Santiago Nasar scopre dal padre della sua fidanzata cosa gli sta per accadere ma, mentre tornava a casa tra le urla della gente che gli dice di scappare, viene sorpreso dai gemelli Vicario che lo pugnalano ripetutamente davanti alla porta di casa sua. Dopo trenta anni dall’accaduto i due sposi si rincontrano e si intuisce che forse il nome di Santiago Nasar era stato detto solo per coprire qualcun altro.
 Il narratore della storia è interno, ma è solamente testimone della vicenda, e onnisciente poiché racconta la vicenda dopo aver chiesto informazioni a tutti i personaggi, per mezzo di flashback, e anche perché conosce già l'esito del racconto. La storia ha un ritmo narrativo piuttosto lento caratterizzato da pause descrittive, di penseri, azioni e sensazioni. I personaggi principali sono Santiago Nasar, ragazzo giovane e tranquillo, che vive con la madre nella grande casa costruita dal padre, Bayardo San Romàn,strano ed esageratamente ricco, Angela Vicario, figlia minore di quattro sorelle, nonchè la più bella e i fratelli Vicario, due gemelli, molto legati alla sorella e alla famiglia. Il personaggio che mi ha colpito di più è il protagonista, Santiago Nasar, poichè si dimostra una persona molto ingenua e allo stesso tempo ottimista, dopo la scoperta della sua uccisione. Questo romanzo mi è piaciuto soprattutto perchè è scritto in modo particolare e molto interessante. Già dalla prima riga conosciamo il finale della storia e proseguendo con la lettura si ricostruisce l’intera vicenda, sia dal punto di vista del protagonista che degli antagonisti. Secondo me è un libro singolare, poichè nonostante le sue 89 pagine, risulta complesso con l’intreccio di vari pensieri e emozioni.

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